Spettacolo teatrale "La guerra di Rocco" - Articolo

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Se si cerca sul vocabolario il termine “sovrastruttura”, tra le varie definizioni c’è questa: “qualsiasi atteggiamento o manifestazione dell’individuo, del pensiero, dell’arte, ecc., che non nasca da un’esigenza interiore, ma si sovrapponga a ciò che è intimo e reale senza affondare in questo le sue radici”.

Si può dunque affermare che la società moderna è piena di sovrastrutture che impediscono di arrivare alla verità delle persone e delle cose.

Ieri, 28 febbraio, alcune classi del triennio del nostro Istituto hanno avuto la possibilità di conoscere la vita di un ragazzo, vissuto un secolo fa, che di sovrastrutture era assolutamente privo e, per questo, appariva diverso. Si tratta di Rocco, il protagonista de “La guerra di Rocco”, un monologo teatrale interpretato da Massimo Giordano e messo in scena nell’Aula Magna del nostro Istituto. Rocco, il “picchiatello” del paese, parte al fronte per combattere durante la Prima guerra mondiale.

Grazie, Rocco, perché ci hai permesso di vedere la realtà attraverso i tuoi occhi puri, grazie perché ci hai ricordato che l’essere umano, quello che risponde alla sua vera natura, non è fatto per odiare, grazie per la tua capacità di immedesimarti negli altri cogliendone i bisogni, grazie ancora per averci ricordato la forza dell’amore genitoriale e la bellezza di un affetto puro che non fa dell’altro un oggetto da usare e possedere, grazie per aver sottolineato, con assoluta semplicità, che la guerra è scontatamente insensata in tutte le sue forme e in ogni luogo della terra. Grazie per aver fatto tutto questo utilizzando il dialetto che ci ricorda le nostre radici.

Grazie per averci fatto capire che non servono particolari qualità per essere saggi e vivere da giusti: basta avere una mente incapace di concepire il male e un cuore grande e libero da qualsiasi sovrastruttura.

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